Benvenuti al Sud



Proseguiamo con la tetralogia britannica risalendo ancora un po' nel tempo. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo l'inverno fra il 1903 e il 1904: mentre Luigi Pirandello sedeva accanto al letto della moglie inferma e scriveva il suo Mattia Pascal al lume di candela, il Vate d'Annunzio si perdeva nelle paniche passeggiate in Versilia con la Duse (ma è proprio lei l'Ermione del Pineto?) e l'invidioso Pascoli lo guardava da Castelvecchio (i Canti sono proprio di quell'anno), c'era un baronetto inglese in vacanza ad Alassio, come tanti signori che all'epoca decidevano di svernare "abroad".

Solo che lui non era uno dei tanti, e immortalò quella vacanza in uno dei ritratti musicali più scintillanti di ogni tempo: l'ouverture da concerto "In the south", che invitiamo a riascoltare, dopo un profondo respiro che ci permetta di riappropriarci del senso del tempo.

Sia chiaro: per una musica così spettacolare ci vuole un'orchestra spumeggiante, meglio se condotta da un direttore italiano, uno che di sud ha una certa esperienza. E chi altri se non Riccardo Muti (Napoli, 1941), qui alla testa della Philadelphia Orchestra, la compagine di Leopold Stokowski che Muti diresse stabilmente tra il 1980 e il 1992, in una registrazione radio del 1986. Ventuno minuti che ti tengono incollato alle cuffie, per una performance spettacolare giustamente entrata nella storia. Anche perché, sebbene il tempo corra veloce, risale ormai a più di trent'anni or sono.

Su cd, scegliamo il sempreverde John Eliot Gardiner con i Wiener, in accoppiata DG con le Enigma (2002).




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