L'estremo riposo di Rach e Svetla

Centodieci anni fa, il trentacinquenne Sergej Rachmaninov iniziava, nel mezzo del cammin, a pensare alla morte. Inserendosi nel filone della musica "a soggetto" ispirata a capolavori delle arti figurative, compose in un biennio il tetro poema sinfonico "L'isola della morte", una riflessione sull'omonimo quadro del pittore Arnold Böcklin, scomparso nel 1901, che Rach aveva visto a Parigi. In questa lettura di Eugeny Svetlanov c'è tutto il mistero dell'estremo viaggio delle anime. Da sentire anche la trilogia sinfonica con la vecchia Orchestra dell'Urss.



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