A spasso tra i Pianeti

Visse quasi un secolo l'elegante sir Adrian Boult, uno degli interpreti per eccellenza della musica inglese. Quando Gustav Holst, in piena Grande Guerra, terminò la composizione dei Pianeti (era il 1916) non aveva nemmeno trent'anni. Era nato infatti a Chester nel 1889: l'anno, per intenderci, in cui i nostri d'Annunzio e Verga pubblicavano rispettivamente "Il piacere" e "Mastro-don Gesualdo". Sarebbe scomparso a Londra nel 1983, dopo aver fatto in tempo a vedere la guerra delle Falkland combattuta e vinta dagli inglesi al largo delle coste argentine. Dopo il giro di boa di questa lunga vita si colloca una lettura memorabile del capolavoro sinfonico di Holst, con la London Symphony Orchestra, nel 1954. Boult tornò più volte, sempre con grandi compagini, su questo caposaldo della musica e della cultura britanniche: ma questa lettura di metà secolo, in cui tutti e sette i pianeti-movimenti fluiscono come in un'unica, coerente narrazione, per noi rimane insuperata. Così come resta preservato il mistico stupore di un'epoca di sorprendenti scoperte.   









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