Tre ottimi ascolti




Se ci chiedessero a bruciapelo chi è, attualmente, il miglior mahleriano italiano, avremmo pochi dubbi: Daniele Gatti. La sua M4 appena uscita in edizione deluxe per l'etichetta RCO, di proprietà della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, una delle compagini di più lunga tradizione mahleriana, è una delle più belle degli ultimi anni, forse di sempre. Perfetto equilibrio fra le parti orchestrali, suoni ben distinti, sapiente uso dell'ironia per questa sinfonia che segna l'inizio del '900 musicale, e forse non solo per ragioni cronologiche. Continua così il suo ciclo mahleriano, dopo una bella Resurrezione per la medesima etichetta. Gatti, d'altra parte, non è nuovo a straordinarie prove mahleriane, raffinate e ricercatissime dai discofili, come dimostra la sua M5 registrata con la Royal Philharmonic e uscita a fine anni '90 per Rca. 







Sempre restando a Mahler, stavolta però un Mahler tardo che sentiva ormai la morte incombere inevitabile, ecco la M9 di Daniel Harding, già giovane talento del podio britannico e oggi piacevolissima conferma. Harding sta disseminando esecuzioni mahleriane con diverse orchestre (ricordiamo la snella M4 con la Mahler Chamber e l'apprezzata Tragica con la Radio Bavarese): ma negli 82 minuti e più di questa Nona sembra confermarsi ai vertici dell'interpretazione delle pagine sinfoniche del boemo, mescolando alla perfezione armonie, dissonanze e struggimenti. L'etichetta e Harmonia Mundi.




Spezziamo ora una doverosa lancia in favore di Valery Gergiev, sul quale più volte ci siamo qui mostrati molto perplessi. La sua nuova Bruckner 3, registrata dal vivo a St. Florian con la Filarmonica di Monaco, è moderna e convincente. Monumentale al punto giusto ma mai retorica e ingessata, è un piacere ascoltarla e riascoltarla.  





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