Un Brahms modo antiquo


La Deutsche Grammophon ci rende un gran servigio ripubblicando, in 4 splendidi cd, parte del lascito sinfonico (ma non solo) di Victor de Sabata. 

Quando Trieste era il "porto caldo" austro-ungarico
Nato a Trieste una generazione dopo quella di Svevo -quando la città giuliana faceva ancora parte dell'impero austro-ungarico, unico porto caldo degli Asburgo- e scomparso nell'anno di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, da molti ritenuto la vetta artistica dei Beatles (1967), de Sabata fu testimone di un mondo al tramonto e di un altro appena nato. L'elegante cofanetto raccoglie le registrazioni di Beethoven, Berlioz, Brahms, Kodaly, Mozart, Wagner, Strauss, Respighi e Sibelius effettuate dal direttore triestino per DG e Decca con i Berliner, la London e l'Orchestra Rai negli anni del secondo conflitto mondiale e dell'immediato dopoguerra (1939-1946). Il cd forse più interessante è il primo, che contiene una magnifica Brahms 4 in coppia con la "Morte e trasfigurazione" di Richard Strauss, che ci guida proprio al cuore del mistero più profondo dell'essere umano. 

Veloce e lento
Da appassionati di confronti in stile "Barcaccia", prendiamo questo Brahms di Berlino, la registrazione più datata, dal minuto 16:56 (poi la ripresa a 21:30), e mettiamolo a confronto con la pietra miliare di questa eseguitissima sinfonia, che a nostro parere resta la pluripremiata registrazione viennese di Carlos Kleiber, sempre con l'etichetta gialla (qui al 16:40, poi 20:55). De Sabata è forse ancora più lirico e intenso in questo Andante moderato ricco di contrasti, tanto che al climax di questo movimento ci arriva tardi, solo dopo quasi 17 minuti, mentre la stragrande maggioranza delle registrazioni canoniche -eccetto, guarda caso, Kleiber e il lentissimo Celibidache, che a Monaco si attarda fino a 18:40 (ma da brividi anche 23:50)- vi sopraggiungono almeno 30 secondi prima: un Brahms modo antiquo, sì, ma che lancia già ponti su un domani avvolto nelle nebbie.   









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