Nel giardino delle impressioni

"Ottenere la bellezza del suono ed un chiaro senso della struttura al medesimo tempo è una delle cose più difficili nell'eseguire Debussy", ricorda Gianluca Cascioli, pianista torinese classe 1979 che senza dubbio rappresenta uno dei più interessanti musicisti classici della generazione "fine Settanta". Cascioli prosegue nella sua intervista a Bernard Sherman, rilasciata nel 2006 per il libretto del suo cd con i Preludi, ricordando, e a buona ragione, il monumento Gieseking. Ma noi su Cascioli ci vogliamo soffermare, e in particolare sul suo rapporto con l'impressionismo pianistico di Debussy per come emerge da questo disco, originariamente inciso per Decca e ora rispolverato da Galleria DG, che sta riproponendo in versione economica una collana di tesori anche italiani. Qui siamo a Verona, Sala Maffeiana, nell'estate del 2005. Cascioli era un promettente talento che proprio in quei giorni festeggiava il suo ventiseiesimo compleanno. Era il mese degli attentati a Londra e Sharm el-Sheikh: impressioni di terrore contro impressioni di musica, evocate con una profondità da musicista consumato. Il ritmo è al centro dell'attenzione di Cascioli, e lo rimarrà sempre. Anche 10 anni dopo, come testimonia il live nipponico con gli Studi che linkiamo dal Tubo (Tokyo, giugno 2015). Il prossimo anno, e precisamente il 25 marzo, cadrà il secolo dalla morte di Claude Debussy, l'impressionista stimato da d'Annunzio che cambiò il modo di concepire la musica. Prepariamoci a ricordarlo. 









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