La conquista della "forma"


Nell'Europa del Congresso di Vienna tirava un'aria mai respirata prima, che la musica rende alla perfezione, forse meglio di qualsiasi altra arte. Un'aria di liberazione che faceva a pugni con il desiderio anacronistico di riportare le forme a com'erano prima dello tsunami napoleonico. I popoli non stavano più irrigiditi entro confini arbitrari, sotto dominazioni straniere non riconosciute. C'era fame e sete di autogoverno, di autodeterminazione, c'era la voglia di farcela da soli. Sorgeva un'epoca nuova. La lettura forse più celebre e riuscita della Terza sinfonia di Franz Schubert, scritta nel 1815, l'ha lasciata l'immenso Carlos Kleiber, alla guida dei Wiener Philharmoniker, la principale orchestra della città che in quei mesi ospitava i signori d'Europa. La lettura kleiberiana, fresca ed energica senza tradire il dramma di un'epoca di laceranti fratture, libera le tensioni e sembra portarci nel cielo azzurro sopra il Danubio. Risale al 1979. 





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